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Documento di sintesi “Ricostruzione quali orizzonti?”

29.03.2023Terremoto

Documento ufficiale trasmesso al Commissario Straordinario per la Ricostruzione e al Presidente del CNAPPC in occasione del convegno “Ricostruzione Quali orizzonti?” organizzato dagli Ordini provinciali del Cratere Sisma 2016.

“Camerino, 27/03/2023

Al Commissario Straordinario alla Ricostruzione, Sen. Guido Castelli

Al Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori, Arch. Francesco Miceli

 

Sono trascorsi oltre sei anni e mezzo dal primo sisma dell’agosto 2016 senza che il processo della ricostruzione si sia stabilizzato con procedure chiare e condivise da tutti i soggetti chiamati ad operare.

La situazione nei nostri territori è ormai fortemente compromessa e necessita di un intervento decisivo che riteniamo impossibile se attuato all’interno dello schema di relazioni istituzionali in uso.

Al disagio della popolazione oggi quasi rassegnata ad accontentarsi dello stato attuale di continua emergenza si aggiunge il disagio dei professionisti impegnati nel processo della ricostruzione, spesso pubblicamente indicati come i massimi responsabili dello stallo in cui versiamo, impotenti ad intervenire in modo deciso a causa delle procedure illogiche messe in campo fin dal primo Commissario Straordinario Vasco Errani e mai risolte con decisione dai successori.

Diversamente a quanto avvenuto in altre zone di crisi del paese, L’Aquila, Emilia e Lombardia, Ischia, dove gli Ordini professionali competenti territorialmente hanno sottoscritto Protocolli di intesa con i vari Commissari, in accordo e con pari ruolo ai rispettivi Consigli Nazionali quando sono intervenuti, nelle provincie del “cratere sisma 2016” ciò non è avvenuto per precisa volontà politica, non permettendoci di poter svolgere al meglio il nostro ruolo istituzionale che nel territorio di competenza è esclusivo.

Sembrerebbe che i nostri predecessori abbiano delegato ai rispettivi Consigli Nazionali, rinunciando di fatto ad una loro prerogativa istituzionale che tuttavia doveva essere comunque rispettata da tutti i soggetti che sono intervenuti nel corso degli anni, attività che fino ad ora, con grande responsabilità, i nostri Consigli degli Ordini del territorio hanno rispettato, collaborando fattivamente alla stesura dei vari emendamenti ovvero commenti delle norme emanate, tentando di trovare soluzioni operative ed efficaci al fine di semplificare e accelerare le procedure, tuttavia inascoltate anche al tavolo tecnico del sisma.

Il Gruppo di Coordinamento del Cratere 2016 formato dagli Ordini degli Architetti PPC coinvolti competenti territorialmente, forte dell’esperienza maturata e avendone acquisite le competenze, intende esercitare il ruolo che gli è proprio affiancando con pari responsabilità il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, e chiede di ridiscutere il “Protocollo di Intesa” applicato alla ricostruzione correggendo tutte le anomalie nel tempo rilevate che contrastano tra l’altro in modo clamoroso con le norme deontologiche vigenti, oltre che con procedure di natura giuridica, fiscale, amministrativa e assicurativa, in asintonia non giustificabile con la necessità emergenziale.

Abbiamo chiaro cosa serve per sbloccare definitivamente la ricostruzione, chiediamo quindi la nascita di un tavolo istituzionale che possa fare sintesi con la struttura che il Commissario Straordinario vorrà attivare

allo scopo, di affrontare celermente e ad ampio raggio le problematiche che di volta in volta si dovessero sollevare.

L’esperienza maturata in questi 6 anni dai nostri iscritti, direttamente sul campo, misurandosi con le mille problematiche che ogni procedimento riserva e l’attività di ascolto e sintesi operata dai Consigli Provinciali, ci ha permesso di capire le maggiori criticità e come affrontarle su due livelli: un livello politico- programmatico ed un livello normativo-procedurale.

Il livello politico- programmatico è attinente alle finalità di questo documento, l’altro sarà sviluppato di seguito, in altro testo. L’obiettivo da traguardare è il recupero di quell’identità culturale e socio-economica dei territori del cratere, che ne permetta la sopravvivenza ed il rilancio, evitando il protrarsi del fenomeno dello spopolamento e della perdita dei valori autoctoni e magari con l’avvento dell’era digitale favorire il reintegro abitativo e produttivo dei nuclei principali e delle frazioni.

È ora di mettere in campo una sensibilità (tecnico-umanistica) capace di capire i valori dell’architettura, dell’ambiente, della conservazione del paesaggio, che è indispensabile per evitare che la ricostruzione sia solo degli edifici e delle infrastrutture, trascurando la rinascita della struttura socio- economica.

Le parole d’ordine per raggiungere questi obiettivi sono: la qualità del progetto e la programmazione delle trasformazioni del contesto ambientale. Non stiamo andando in questa direzione, ma in quella opposta.

Solo per citare qualche aspetto con l’Ordinanza 100 non c’è un momento di controllo del processo e della qualità e, mentre sembra di aver ridotto notevolmente i tempi, i problemi vengono fuori nella fase esecutiva quando la mancanza di qualità, il mancato rispetto dei valori monumentali e paesaggistici si manifestano nella loro evidenza e con esposti e denunce, ed il tempo guadagnato all’inizio si perde con cause e ricorsi a discapito di tutto il sistema Paese.

Vale la pena attenzionare che l’aver escluso l’urbanistica dai processi di governo e trasformazione del territorio non sta portando ad una ricostruzione del territorio in maniera organica e pragmatica.

I PSR dell’Ordinanza 107 si stanno utilizzando sia come strumento attuativo di dettaglio e sia come strumento di programmazione intercomunale, anche con valenza di variante urbanistica ed al Piano Paesistico; questo è un campo molto delicato, non si possono prevaricare procedure di tutela dei diritti reali sui beni.

Una ricostruzione collage di singoli PSR senza una visione strategica sovracomunale su un territorio che necessita di curare le ferite dell’evento sismico, le lacerazione del paesaggio indispensabili nella fase di primo intervento, non è un modello che garantisce l’obiettivo di ridare vita, prospettive ed identità alle singole realtà locali. Gli architetti non possono aspettare che questo sia evidente a tutti tra dieci anni, ma debbono evidenziare in maniera compiuta e chiara le criticità che si evidenzieranno in un futuro non troppo lontano e che in alcuni casi stanno già venendo alla luce.

La proposta per correggere tali criticità è ridare valore al progetto e attenzionare in maniera rilevante la programmazione strategica avendo una visione.

Quanto sopra per evidenziare che sono questi gli unici ingredienti che possono garantire il risultato finale del processo di ricostruzione, nei nostri territori di grande valore.

E’ necessario scendere di scala ed istituire per ogni Regione, magari nell’ambito degli USR, TAVOLI TECNICI DI SUPPORTO al pari di un ufficio di supporto al RUP o di un Collegio Consultivo Tecnico costituiti da professionisti competenti in materia quali Architetti, Conservatori, Paesaggisti, Agronomi e Sociologi, esponenti del mondo delle arti e della cultura, che possano attivarsi attraverso emanazione di direttive

pratiche ovvero linee guida a sostegno della redazione dei progetti ovvero ai programmi di pianificatori. Gli stessi tavoli tecnici potrebbero operare attraverso una supervisione/revisione e il rilascio di pareri vincolanti allo scopo di evitare le situazioni sopra descritte.

Attendiamo pertanto l’assenso del Commissario Straordinario Sen. Guido Castelli e l’attivazione immediata di quanto richiesto.

OAPPC Ancona _Presidente Arch. Viviana Caravaggi

OAPPC Ascoli Piceno _Presidente Arch. Paola Amabili

OAPPC Fermo _ Presidente Arch. Andrea Coscia

OAPPC L’Aquila _Presidente Arch. Sara Liberatore

OAPPC Macerata _Presidente Vittorio Lanciani

OAPPC Perugia _Presidente Marco Petrini Elce

OAPPC Pescara _Presidente Angelo D’Alonzo

OAPPC Rieti _Presidente Fabrizio Miluzzo

OAPPC Teramo _Presidente Ombretta Natali

OAPPC Terni _Presidente Stefano Cecere”