CIAO FRANCO!!

Gli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Macerata
perdono il loro faro nell’emergenza
Ieri sera, lasciandoci sgomenti, ci è giunta la notizia che il nostro carissimo Collega Architetto Franco Domizi se ne era andato,
Un destino tragico che ha segnato proprio lui che per primo ha risposto alla chiamata dell’ emergenza poche ore dopo il sisma del 2016, e che in prima linea e con grande energia si è messo a disposizione di tutti noi colleghi architetti per coordinare la fase emergenziale.
Non smetteremo mai di dirti grazie per questo!
Franco sempre a tirarci su il morale con la sua ironia ed il suo sorriso intelligente anche nei momenti più difficili
Franco la guida instancabile di quegli architetti e dei tecnici fast che avevano voglia di fare ai quali ci voleva una guida e una figura come te di riferimento.
Franco grande conoscitore della materia che si è messo a disposizione per trasmettere agli altri le sue conoscenze,
Franco, sempre pronto a partire, ad organizzare incontri, ad essere presente nelle tavole rotonde e in quanto potesse essere utile a fare la Ricostruzione.
Non dimenticheremo il tuo impegno ed il tuo grande esempio ci guiderà ancora da lassù.
Ciao Franco, ti vorremo sempre bene…
I TUOI AMICI COLLEGHI ARCHITETTI DEL CRATERE
Per comprendere l’importanza di Franco Domizi fra di noi riportiamo un racconto che ci riporta indietro nel tempo a quella domenica di ottobre scritto nel marzo del 2017 ma che ci racconta di come ancora purtroppo tutto non sia svanito a distanza di quattro anni:
Ore 7.30
Solito caffè solito tram tram domenicale
Mentre ti accingi a fare un bagno alla piccola
Un boato che ti spiazza
Eccolo di nuovo…scappa
Tutto lo scalone della casa fa una rotazione intorno a sé stesso
Tutto ondeggia
In 1 minuto mi ritrovo per strada a correre con mia figlia in braccio.
E poi una volta finito tutto il pensiero va a dove sarà stato l’epicentro a cosa mai potrà essere successo lì .
Dopo c’è il pensiero del ritorno a casa e la voglia di non restare dentro casomai arrivasse un’altra scossa più forte. E si va al mare…lì è sicuro
Quasi è meglio per tutti stare fuori, ho sentito di colleghi di Tolentino che hanno dormito in auto per giorni anche se la casa non aveva subito danni importanti…e stavano ad aspettare qualcosa che però non ti avvisa mai prima di accadere…
aspettare
Ecco forse se devo definire il filo conduttore di tutta questa vicenda del terremoto non solo per noi architetti maceratesi terremotati, in senso personale e professionale, è l’attesa.
Noi tutti lo sapevamo che prima o poi sarebbe successo di nuovo, è noto a tutti che viviamo su un suolo fortemente a rischio sismico. Attendevamo qualcosa che da un momento all’altro eppure le nostre costruzioni, escludendo quelle nuove o ristrutturate dopo il terremoto del 1997, non sono mai state messe in sicurezza. Non ci sono mai stati fondi per questo tipo di investimenti!
Quando il terremoto è arrivato con le prime violente scosse del 26 ottobre, la prima di preavviso, lo ha fatto in maniera quasi beffardamente gentile. Coloro che erano nell’epicentro hanno perlomeno potuto lasciare le case, non sicure, prima che potessero crollare con le scosse successive. Lo hanno fatto mentre i massi caduti erano per la strada e dovevano spostarli di tratto in tratto per poter passare con le auto, in un black out totale della città .Mi riferisco in questo caso a Camerino dove alcuni amici colleghi non ricordano nemmeno nulla di quella notte, solo il terrore.
Ma resta un fatto: le case sono crollate perché non erano sicure. E’ colpa del terremoto? no … credo sia colpa nostra, colpa del nostro sistema politico sociale che non mette le vite al primo posto rispetto a tutto, a vincoli non osservati, a terreni non idonei ma fatti passare per tali, a sistemi per adeguare sismicamente gli edifici troppo costosi per poter essere utilizzati dalla gente comune etc.
Gli architetti , i tecnici in generale non sono mai stati cercati così assiduamente come ora che siamo in fase emergenziale! Tutti ora vogliono sapere la nostra opinione perchè è successo, perché si poteva evitare, come si farà la ricostruzione dove era più in là o più qua…e comunque si avete capito bene
Siamo ancora in fase emergenziale non stante siamo quasi a fine marzo! (2017 ma anche oggi….)
L’unico appello che mi sia mai sentita fare è quello a fare le fast!
E Franco in prima fila ad organizzare ….
E quindi se la fase emergenziale finirà con un censimento veloce di tutte le abitazioni sarà grazie anche a quegli architetti che sono partiti volontari si perché di volontariato si tratta.
Ma ci sono ancora molte case da visitare da analizzare e molte persone che ancora aspettano.
E ancora attesa.
E durante questo tempo ci si potrebbe intanto chiedere cosa fare , e cosa dire in merito al dopo sisma, alla ricostruzione
Ci sono intere città da ricostruire , in certi casi si tratta di quartieri.
Gli architetti vogliono partecipare a questo importante processo.
Gli architetti marchigiani lo vogliono perchè vogliono rendere migliore il posto in cui vivono.
Non si tratta di studi didattici o di virtuosismi architettonici, l’obiettivo è la sicurezza in primis ma anche la qualità del costruito, il mantenimento della bellezza intrinseca dei nostri paesaggi e l’armonia tra ciò che era e ciò che sarà.
Vorremmo salvaguardare il nostro territorio , il nostro patrimonio artistico da interventi forestieri , magari fatti con le migliori intenzioni, ma che lascino impronte imponenti o mal funzionanti, infiltrazioni architettoniche che non ci servono. Qui non è l’EXPO.
Vogliamo ricostruire con una filosofia umana e antropica del recuperare il più possibile il costruito e o il tessuto urbano esistente: se il bar del paese può essere un elemento di aggregazione per un piccolo centro urbano, noi faremo del tutto per tenerlo lì la suo posto magari abbracciandolo con una nuova piazza!
Ma ricostruire …quando?
Anche qui solo attesa di normative durante una continua emanazione di ordinanze che di tutto trattano piuttosto che di ciò che vogliamo fare noi architetti.
La speranza si inceppa per i meccanismi della burocrazia.
Mai visti tanti convegni seminari sul nostro territorio colpito dal sisma, sulle chiese, sulle case, con interventi interessanti e importanti: professori universitari, filosofi, archistar!
Nel circo mediatico scatenato dal sisma non manca davvero nulla.
Ma a noi non serve questo, perché questo non è uno scenario effimero. Questa è la realtà.
Le persone sono davvero fuori dalle case, le macerie esistono davvero ancora per le strade.
E noi gli architetti ci dimeniamo, lottiamo per confermare le nostre idee.
Questa è anche la nostra realtà.
Franco, tu sei stato un faro in quei difficili momenti, e noi proseguiremo la nostra azione nella ricostruzione anche per testimoniare la tua passione, la tua competenza, la tua forza, il tuo mai arrendersi ……
Il Consiglio dell’Ordine degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori della Provincia di Macerata
Vittorio Lanciani
Silvia Strafella
Fabio Morresi
Valentina Di Mascio
Loredana Camacci Menichelli
Enrico Castelli
Bruno Illuminati
Serenella Ottone
Michele Schiavoni
Anna Verducci
Pier Giuseppe Vissani